domenica 16 settembre 2012

FRATELLI MUSULMANI: Il Progetto di Conquista dell'Occidente svelati

ECCO PERCHE' NON CREDERE  QUANDO DICONO CHE L'ISLAM E' PACE ED INNOCQUO

Se potete fatelo girare con tutti i mezzi in internet. Tutto il mondo sappia che ci stanno conquistando mentre l'Occidente offre il fianco!! I nostri figli ci odieranno un giorno quando lasceremo questa eredità di guerrafondai. E' pur vero che la maggioranza di musulmani sono tranquilli..però sia bene a sapersi che c'è un piano ben architettato di conquista ...leggete sotto per sapere come!


Il “Progetto” dei Fratelli Musulmani: Presentazione
Published on 22/05/10 at 16:41:41 GMT by pvmantel
Islam nel mondoIl “Progetto”: il piano operativo dei Fratelli Musulmani per il Jihad Culturale 
di Patrick Poole, traduzione e illustrazioni di Paolo Mantellini 




Uno penserebbe che, se le Autorità internazionali di pubblica sicurezza o i Servizi Segreti Occidentali avessero scoperto un documento segretissimo di vent’anni fa, sviluppato dalla più antica organizzazione islamista dotata di una delle maggiori reti terroristiche al mondo, per lanciare un programma di “invasione culturale” e di finale conquista dell’Occidente che rispecchia fedelmente le tattiche usate dagli islamisti per oltre due decenni, una tale notizia sarebbe stata urlata a titoli cubitali e a cinque colonne sulle prime pagine di New York Times, Washington Post, London Times, Le Monde, Bild, e La Repubblica. 


Se era questo ciò che avevate immaginato, avreste sbagliato! 


In realtà, questo documento fu sequestrato durante una incursione della Polizia Svizzera nel Novembre 2001, appena due mesi dopo l’orrore dell’11 Settembre. Da allora, le informazioni riguardanti quel documento, noto negli ambienti dell’antiteroterrorismo come “Il Progetto”, e le valutazioni riguardo il suo contenuto furono limitate al segretissimo mondo dei Servizi Segreti Occidentali. Solo in seguito al lavoro di un coraggioso giornalista Svizzero, Sylvain Besson di Le Temps, e il suo libro, pubblicato in Francia nell’Ottobre 2005, La conquête de l'Occident: Le projet secret des Islamistes (La Conquista dell’Occidente: Il Progetto Segreto degli Islamisti), le informazioni riguardanti Il Progetto, sono state finalmente rese pubbliche. Un funzionario Occidentale, citato da Besson ha descritto Il Progetto come “una ideologia totalitaria di infiltrazione che rappresenta, in pratica, il più grande pericolo per le società Europee”. 



Sylvain Besson



Ora, anche i lettori Italiani (dopo quelli di  FrontPage) saranno in grado di leggere la completa traduzione in Italiano di questo documento segreto. 


Ciò che i Servizi di Sicurezza Occidentali conoscono del Progetto, inizia con la perquisizione di una Villa di lusso a Campione il 7 Novembre 2001. L’obbiettivo dell’incursione era Youssef Nada, direttore della Banca Al-Taqwa di Lugano, che aveva avuto legami con i Fratelli Musulmani per oltre 50 anni e che confessò di essere uno dei dirigenti internazionali del movimento. I Fratelli Musulmani, considerati come il più antico e uno dei più importanti movimenti islamisti del mondo, fu fondato da Hasan al-Banna nel 1928 con il seguente motto: “Allah è il nostro obbiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il Jihad è la nostra via. Morire sulla via di Allah è la nostra più grande speranza 


L’incursione fu realizzata dalle forze di Polizia svizzere su richiesta della Casa Bianca dopo le iniziali misure restrittive sui finanziamenti dei terroristi immediatamente dopo l’11 Settembre. Gli inquirenti Americani e Svizzeri stavano controllando le operazioni della Banca Al-Taqwa nelle attività di riciclaggio di denaro sporco e di finanziamento di vari gruppi terroristi, inclusi Al-Qaeda, HAMAS (l’Organizzazione Palestinese affiliata ai Fratelli Musulmani), il GIA Algerino, e l’Ennahdah Tunisino. 


                                    

Youssef Nada;            Banca Al-Taqwa, Lugano;            Villa di Youssef Nada, Campione



Tra i documenti sequestrati durante l’incursione nella villa Svizzera  di Nada c’era un documento di 14 pagine scritte in Arabo, datato 1 Dicembre 1982, che descrive una strategia in dodici punti per “instaurare un Governo islamici sulla terra” – definito come “Il Progetto”. Secondo le dichiarazioni rilasciate da Nada alla Polizia Svizzera, il documento, non firmato, era stato preparato da “ricercatori islamici” affiliati ai Fratelli Musulmani. 


Ciò che rende Il Progetto così diverso dalla solita retorica islamista del tipo “Morte all’America! Morte a Israele!” e “Rifondiamo il Califfato mondiale!”, è il fatto di rappresentare un approccio flessibile, multifasco e a lungo termine per una “invasione culturale” dell’Occidente. Invocando l’utilizzo di varie tecniche, che spaziano dall’immigrazione alla infiltrazione, sorveglianza, propaganda, protesta, inganno, legittimazione politica e terrorismo, Il Progetto è stato utilizzato per oltre vent’anni come schema di attività dei Fratelli Musulmani. Come si può osservare in numerosi esempi in tutta Europa – incluso il riconoscimento politico di organizzazioni islamiste paragovernative in Svezia, la recente “jihad” anti vignette in Danimarca, l’intifada parigina a base di auto incendiate del Novembre 2006 e gli attentati terroristi del 7 Luglio a Londra – lo schema delineato nel Progetto, è stato uno straordinario successo. 


Piuttosto che limitarsi al terrorismo come l’unico metodo dell’azione di gruppo, come è il caso di  Al-Qaeda, in una perfetta maniera postmoderna, l’uso del terrore rientra in una molteplicità di opzioni disponibili per progressivamente infiltrare, affrontare e infine stabilire il dominio islamico sull’Occidente. Le tattiche e le tecniche seguenti sono tra le molte raccomandazioni fatte nel Progetto. 


      •      Azioni di collegamento e coordinamento tra organizzazioni islamiste con scopi comuni; 
      •      Evitare alleanze manifeste con individui e organizzazioni terroristiche note per conservare un’apparenza di “moderazione”; 
      •      Infiltrare e assumere il controllo delle organizzazioni musulmane esistenti per riallinearle verso gli obbiettivi comuni dei Fratelli Musulmani; 
      •      Usare l’inganno per mascherare gli scopi perseguiti dalle attività islamiste, purché ciò non sia in conflitto con la shari’a; 
      •      Evitare conflitti sociali con gli Occidentali sia a livello locale che nazionale o globale, che possa danneggiare la capacità di espandere a lungo termine, l’influenza islamista in Occidente o provocare una violenta reazione contro i musulmani; 
      •      Stabilire reti finanziarie per finanziare il lavoro di conversione dell’Occidente, includendo il sostegno per amministratori e lavoratori a tempo pieno; 
      •      Condurre azioni di sorveglianza per ottenere dati e procurarsi la capacità di raccogliere e immagazzinare i dati; 
      •      Attivare un sistema di controllo per monitorare i mezzi di comunicazione occidentali e per avvisare i musulmani dei “complotti internazionali suscitati contro di essi”; 
      •      Promuovere una comunità intellettuale islamista, inclusa la realizzazione di gruppi di esperti e di gruppi di sostegno e la pubblicazione di “studi accademici”, per legittimare le posizioni islamiste e fare la cronistoria dei movimenti islamisti; 
      •      Sviluppare un completo piano operativo secolare per propagandare l’ideologia islamista nel mondo; 
      •      Bilanciare gli obbiettivi internazionali con la flessibilità a livello locale; 
      •      Costruire estese reti di tipo sociale, scuole, ospedali e organizzazioni benefiche dedicate agli ideali islamisti in modo che il contatto con i movimenti per i musulmani in Occidente sia costante; 
      •      Coinvolgere musulmani ideologicamente dedicati in istituzioni elettive ad ogni livello in Occidente, incluso il Governo le ONG, le organizzazioni private e i sindacati; 
      •      Usare strumentalmente le organizzazioni occidentali esistenti fino a quando possano essere riconvertite e poste al servizio dell’islàm; 
      •      Abbozzare costituzioni, leggi e politiche islamiche per una eventuale successiva realizzazione; 
      •      Evitare conflitti tra le organizzazioni islamiste a tutti i livelli, includendo lo sviluppo di procedure per la risoluzione dei conflitti; 
      •      Istituire alleanze con organizzazioni “progressiste” occidentali che condividono obbiettivi simili; 
      •      Creare “forze di sicurezza” autonome per proteggere i musulmani in Occidente; 
      •      Accendere la violenza e mantenere i musulmani che vivono in Occidente in uno “stato d’animo di jihad”; 
      •      Sostenere i movimenti jihadisti nel mondo musulmano, mediante la predicazione, la propaganda e il sostegno personale, economico, tecnico ed operativo; 
      •      Rendere la causa Palestinese un problema di punta globale per i musulmani; 
      •      Adottare la totale liberazione della Palestina da Israele e la creazione di uno Stato islamico come la chiave di volta del programma per il dominio islamico globale; 
      •      Stimolare tra i musulmani una costante campagna di incitamento all’odio contro gli Ebrei e rifiutare ogni discussione di conciliazione o coesistenza con loro; 
      •      Creare attivamente cellule terroriste jihadiste in Palestina; 
      •      Collegare le attività terroriste in Palestina con il movimento globale del terrorismo; 
      •      Raccogliere fondi sufficienti per perpetuare e sostenere indefinitamente il jihad nel mondo; 


Leggendo Il Progetto, bisogna ricordare che fu scritto nel 1982, quando le tensioni e le attività terroristiche attuali del Medio Oriente erano ancora agli inizi. Per molti aspetti, Il Progetto è veramente profetico nel descrivere la massa di attività islamiste, sia delle organizzazioni islamiche “moderate” che dei gruppi francamente terroristi, durante le due scorse decadi. 


Oggi, molto di quanto è noto al pubblico, riguardo al Progetto, è il risultato del lavoro investigativo di Sylvain Besson, che comprende sia il suo libro che un articolo collegato, pubblicato in Ottobre 2006 sul quotidiano Svizzero, Le Temps, L'islamisme à la conquête du monde (L’Islamismo and alla Conquista del Mondo), che riassume il suo libro, disponibile esclusivamente in Francese. Almeno un quotidiano Egiziano, Al-Mussawar, ha pubblicato il testo completo delProgetto in Arabo in Novembre 2006. 


Sulla stampa di lingua inglese, l’attenzione riservata alle rivelazioni di Besson sul Progetto, è stata quasi totalmente nulla. L’unica menzione trovata su una delle pubblicazioni principali è un accenno secondario  in un articolo del Weekly Standard (20 Febbraio 2006) scritto da Olivier Guitta, The Cartoon Jihad. Il commento più esaustivo sul Progetto è stato quello del ricercatore  e giornalista Americano, residente a Londra, Scott Burgess, che ha pubblicato la sua analisi del documento sul suo blog, The Daily Ablution, (non più disponibile in rete), con la traduzione Inglese del testo, qui riportata con il suo permesso. 


Non ostante la carenza di dibattito pubblico riguardo Il Progetto, il documento e il programma che delinea è stato l’oggetto di numerose discussioni tra i Servizi di Sicurezza Occidentali. Uno degli Ufficiali dell’antiterrorismo degli Stati Uniti che parlò con Besson riguardo al Progetto e che è citato nell’articolo di  Guitta del Weekly Standard, è attualmente uno dei più importanti esperti di terrorismo della Casa Bianca, Juan Zarate. Definendo Il Progetto un piano d’azione generale dei Fratelli Musulmani per “diffondere la loro ideologia politica”, Zarate espresse a Besson le sue preoccupazioni perché “I Fratelli Musulmani sono un gruppo che ci spaventa non perché si occupa di ideologie o idee filosofiche, ma perché difende l’uso della violenza contro i civili”. 


                        

Olivier Guitta            Juan Zarate            Reuven Paz



Uno dei più noti esperti internazionali di movimenti islamisti, che ha anche parlato con Besson, Reuven Paz, così si espresse sul contesto storico del Progetto: 



Il Progetto era parte della carta costitutiva dell’organizzazione internazionale dei Fratelli Musulmani, ufficialmente istituita il 29 Luglio 1982. Riflette un precedente vasto piano d’azione che fu rivitalizzato negli anni 60 con l’immigrazione in Europa di numerosi intellettuali dei Fratelli Musulmani, specialmente Egiziani e Siriani.




Come sottolinea Paz, Il Progetto fu abbozzato dai Fratelli Musulmani come parte del processo di  aggiornamento del suo statuto nel 1982, un periodo che segna un incremento nella sua espansione internazionale e un giro di boa degli alternanti periodi di repressione e tolleranza del governo Egiziano. nel 1952, l’organizzazione ebbe un ruolo fondamentale nel Movimento dei Liberi Ufficiali, guidato da Gamal Abdul Nasser, che rovesciò Re Faruq, ma che presto cadde in disgrazia presso il nuovo regime rivoluzionario per il rifiuto di Nasser di seguire il richiamo dei Fratelli Musulmani per la realizzazione di uno Stato islamico impegnato ideologicamente. Dalla Rivoluzione del Luglio 1952, in vari momenti i Fratelli Musulmani sono stati regolarmente messi fuori legge e i suoi capi imprigionati o uccisi dalle Autorità Egiziane. 


                  

Gamal Abdul Nasser                  Re Faruq I di Egitto



Da quando il suo Statuto fu riformulato, nel 1982, i Fratelli Musulmani diffusero la loro rete in Medio Oriente, Europa e anche in America. In patria, in Egitto, le elezioni parlamentari del 2005 videro i Fratelli Musulmani vincere il 20% dei seggi legislativi disponibili, costituendo il maggiore blocco  tra i partiti di opposizione. La sua affiliazione Palestinese, conosciuta con la sigla HAMAS, ha recentemente ottenuto il controllo dell’Autorità Palestinese dopo che le elezioni assicurarono loro 74 dei 132 seggi disponibili nel Consiglio Legislativo Palestinese. La sua branca Siriana è stata storicamente il maggiore gruppo organizzato  di opposizione al regime di Assad, e l’organizzazione ha anche affiliazioni in Giordania, Sudan e Iraq, Negli Stati Uniti i Fratelli Musulmani sono prevalentemente rappresentati dalla Società Musulmana Americana (MAS). 


Fin dalla sua costituzione, i Fratelli Musulmani hanno sostenuto la liceità dell’uso del terrorismo come un mezzo per promuovere la sua agenda di dominio globale dell’islàm. Ma, come il più grande movimento popolare e radicale del mondo islamico, ha attratto molti tra i più influenti intellettuali islamisti. All’interno di questo gruppo di intellettuali dei Fratelli Musulmani, c’è Youssef Qaradawi, un ecclesiastico islamista Egiziano, residente in Qatar. 



Shaykh Youssef al-Qaradawi




Come una delle più importanti figure spirituali dei Fratelli Musulmani e uno ei maggiori predictori islamici radicali (che ha il suo programma settimanale su Al-Jazeera), Qaradawi è stato uno dei principali difensori degli attentatori suicidi in Israele e del terrorismo contro gli interessi Occidentali in Medio Oriente. Sia Sylvain Besson che Scott Burgess forniscono un esteso confronto tra la pubblicazione di Qaradawi, Priorità del Movimento Islamico nella prossima fase, pubblicato nel 1990, e Il Progetto, che precede le “Priorità” di Qaradawi di ben otto anni. Entrambi sottolineano le evidenti analogie  sia nel linguaggio utilizzato dai due documenti sia nei programmi e nei metodi che entrambi consigliano. Si presume che Il Progetto sia stato usato da Qaradawi come una falsariga per il suo lavoro oppure che abbia preso parte alla sua formulazione nel 1982. Forse casualmente, Qaradawi era il quarto maggiore azionista della Banca Al-Taqwa di Lugano, il cui direttore, Youssef Nada, fu l’individuo a cui Il Progetto fu sequestrato. Dal 1999, a Qaradawi è stato vietato l’ingresso negli Stati Uniti a seguito dei suoi legami con organizzazioni terroristiche e il suo pubblico sostegno al terrorismo. 



Per chi ha letto Il Progetto, ciò che preoccupa maggiormente non è che gli islamisti abbiano sviluppato un programma per il dominio globale; gli esperti hanno dato per scontato che le organizzazioni islamiste e i gruppi terroristi hanno agito in base ad una serie concordata di principi generali, di reti organizzative e di metodi operativi. Ciò che è veramente sorprendente è quanto efficacemente il piano islamista di conquista delineato nel Progetto è stato realizzato dai musulmani in Occidente per più di due decenni. Ugualmente preoccupante è l’ideologia alla base del piano: incitamento all’odio e alla violenza contro le popolazioni Ebree in tutto il mondo; la deliberata affiliazione alle, e il sovvertimento delle, istituzioni pubbliche e private Occidentali; la sua raccomandazione per una politica di deliberata accentuazione dei contrasti tra i musulmani residenti in Occidente e i loro vicini e i loro concittadini; l’accettazione del terrorismo come una opzione legittima per conseguire i loro fini e la inevitabile realtà del jihad contro i non musulmani; e il suo obbiettivo finale di istituire con la forza il dominio islamico del Califfato mediante la shari’a in Occidente e, alla fine, in tutto il mondo. 



Se l’esperienza dell’ultimo quarto di secolo vista in Europa e negli USA ci suggerisce qualche indicazione, i “ricercatori islamici” che abbozzarono Il Progettopiù di vent’anni fa, dovrebbero essere soddisfatti nel vedere il loro piano a lungo termine conquistare l’Occidente, issare la bandiera verde dell’islàm sui suoi cittadini ed essere realizzato così rapidamente, efficacemente e completamente. Se gli islamisti avranno lo stesso successo negli anni futuri, gli Occidentali dovrebbero approfittare di godere delle loro libertà personali e politiche, finché durano. 

Per leggere Il Progetto, in Inglese, cliccare qui.
http://www.frontpagemag.com/articles/readarticle.asp?ID=22416&p=1 



Titolo originale: ”The Muslim Brotherhood "Project" 
Pubblicato su: http://97.74.65.51/readArticle.aspx?ARTID=4476 
Tradotto e illustrato da Paolo Mantellini 


Questo testo può essere trasmesso o inoltrato purché venga presentato in forma integrale e con informazioni complete sul suo autore, data e luogo di pubblicazione e URL originale.

giovedì 6 settembre 2012

No al Chrislam: liturgie islamiche in chiese evangeliche


( Questo articolo è la continuazione del Reportage a Lointeressati,  dal titolo– Interazione fra un cristiano e un musulmano radicale. Vedi link http://interazioniedinamiche.blogspot.it )
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PREMESSE

Grazie al mio amico Wahid (afghano radicale islamico) che mi ha accompagnato ho fatto questa esperienza che voglio con tutti condividere. Questo scritto è indispensabile per comprendere appieno la mentalità musulmana nella sua originale espressione di rinomata superiorità e di tentativo di umiliare i non-musulmani. 

La maggioranza di cristiani non hanno mai sentito parlare di musulmani che si siano già spinti, all'interno di una chiesa a loro prestata, fino al punto di maledire gli Ebrei e condanare condannare i cristiani (vedi Sura 'Aprente') e, non soddisfatti di ciò, arrivano a recitare brani del Corano contrari alla dottrina della divinità di Cristo, ferendo pertanto i sentimenti religiosi in casa dei preti che addirittura li ospitano fiduciosi e ignari.  Questo reportage in una chiesa anglicana nel nord-ovest di Londra.

Questo resoconto non dovrebbe far scaturire sentimenti di repulsione verso i musulmani, ma è volto a sviluppare una coscienza nella cristianità soprattutto per le guide cristiane che probabilmente più che per 'santità' fanno della loro veste religiosa una professione politica e secolare. Non devono più consegnare "le loro greggi" o i loro fedeli, che Dio ha loro affidato, all'islam e all'apostasia o l'inferno ha spalancato la bocca per inghiottirli. Comandiamo che desistano dal farlo!
Attenzione: succede anche da noi in Italia di certi preti e pastori (chiese storiche) concedere le loro chiese alle liturgie islamiche di fronte ai loro fedeli. 

COSA PENSA  -D I O-  DELLE LITURGIE ISLAMICHE OSPITATE NELLE CHIESE?


NON DATE LE COSE SANTE AI CANI…

E veniamo alle parole di Gesù che troviamo nel testo biblico: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi»
A prima vista questo aforisma di Gesù sembra offensivo alla sensibilità del lettore odierno. Ma si tratta di un modo di dire, di un linguaggio semitico che chiede di essere interpretato. Non profanare le cose sante è, in fondo, un invito a usare prudenza e discernimento. Al tempo di Gesù come anche nella cultura antica i cani non erano molto apprezzati perché ritenuti semi-selvatici e randagi (U.Luz).


                               
(Picture-proprietà privata)

·         Ho udito l'insulto di Moab e gli oltraggi degli Ammoniti, con i quali hanno insultato il mio popolo gloriandosi del loro territorio. Perciò, com'è vero ch'io vivo, - parola del Signore degli eserciti Dio d'Israele - Moab diventerà come Sodoma e gli Ammoniti come Gomorra: un luogo invaso dai pruni, una cava di sale, un deserto per sempre. I rimasti del mio popolo li saccheggeranno e i superstiti della mia gente ne saranno gli eredi». Questo accadrà ad essi per la loro superbia, perché hanno insultato, hanno disprezzato il popolo del Signore.Sofonia 2:8-10

·        Il nipote di Paolo fa giungere celermente una notizia fondamentale alle orecchie di suo zio, che si trovava nella persecuzione. I centurioni, avvisati poi da Paolo, prendono sul serio le parole del ragazzo e vengono anch'essi a conoscenza della vile e oscura trama studiata per catturarlo.

“Ma il figlio della sorella di Paolo venne a sapere del complotto; si recò alla fortezza, entrò e ne informò Paolo”. Atti 23:16

Successivamente, Paolo imposta la propria arringa basandosi sui fatti e verificando le motivazioni dei giudei, denunciando allo stesso tempo le trame da loro complottate (Atti 24:1-20). 

2012 - LONDRA –  ISLAMIZZAZIONE DELLE CHIESE 
Liturgie islamiche nella chiesa evangelica anglicana 

Questa cronaca risale a luglio 2012; è un documento che testimonia l'infondatezza di chi, non-musulmano,  afferma che ci sia un islam pacificatore o “moderato”. Con questa cronaca si vuole denunciare la prevaricazione dei musulmani descritti nella storia sotto riportata, svelare la loro ipocrisia e le numerose scorrettezze etiche che contraddistinguono il loro operare. Si intende far luce sull'atteggiamento irrispettoso, in questo caso, di chi ha tradito la buona fede della comunità cristiana che ha prestato loro la chiesa.

Dalla storia che segue cercheremo di interpretare le intenzioni di quei musulmani che, in qualità di ospiti nella chiesa evangelica, tengono i loro amici cristiani all’oscuro delle proprie reali motivazioni, si danno alla blasfemia, profanano quel luogo, fomentano assembramenti locali e recitano il Corano in arabo per un'ora di seguito. Giungendo a maledire i cristiani ospitanti.


ISLAMIZZAZIONE OCCULTA NELLE CHIESE
Chiesa Anglicana, nord-ovest di Londra

Naturalmente i responsabili islamici hanno ottenuto la disponibilità dei locali cristiani. E’ accaduto a Londra presso la Chiesa Anglicana,  All Hallows C Of E Church, 72 Horsenden La North, Greenford (vedi map: https://www.google.it/maps/place/Parish+of+All+Hallows+North+Greenford/@51.5512175,-0.3328786,3a,52.5y,168h,90t/data=!3m4!1e1!3m2!1sJhruF1wzrARRq2jZOadjsQ!2e0!4m5!1m2!2m1!1sAll+Hallows+Of+Church,+72+Horsenden+La+North,+Greenford.!3m1!1s0x487612f92f49c43f:0xb9f20576a441fc3e!6m1!1e1

Ogni sera, durante tutti i 30 giorni del periodo del ramadan, i musulmani terminano la liturgia recitando il Corano per la durata di un'ora; ciò avviene nella sala della chiesa anglicana situata a fianco della piccola moschea formato 'casalingo'.
E' sera, circa le 21.00. I musulmani hanno appena terminato il programma liturgico nella piccola moschea, dove sono ospite come spettatore, quando, con mio immenso stupore, vengo a sapere dopo la cena collettiva con 70 musulmani, offertami dal mio amico Wahid (un musulmano radicale di nazionalità afghana), che, saremmo andati nella chiesa evangelica accanto per recitare la liturgia islamica. “In chiesa?!?” mi domando perplesso. Ovviamente sono interessato a scoprire come si sarebbe svolta una liturgia islamica in una chiesa cristiana. Qui inizia il reportage.

La prima domanda che pongo istintivamente a Wahid è se nella chiesa pregherebbero con o senza scarpe. Lui mi risponde che l'avrei visto io stesso.
Soltanto cinquanta metri di strada dividono la piccola moschea improvvisata in una villetta dalla grande sala (Hall) della chiesa anglicana locale. All’ingresso vedo a terra tante scarpe... mi tolgo le mie ed entro in questa  enorme sala. Tutto il pavimento è variopinto e ricoperto di immensi tappeti. All'ingresso un uomo barbuto e dallo sguardo accigliato, responsabile del servizio d'ordine, controlla che nessuno entri con le scarpe. Iniziano a recitare in arabo il corano, osservando scrupolosamente di concludere la liturgia entro i tempi. Nel frattempo arrivano altri musulmani e altri ancora; osservo che la folla che  continua ad entrare è composta in maggioranza da etnie asiatiche sunnite e da alcuni provenienti dal corno d'Africa: afghani, pakistani, indiani, somali, sudanesi. Non ci sono arabi! 

Io scelgo naturalmente di limitarmi a sedere in un angolo, per terra, lontano da loro. Accendo il mio registratore per registrare la recitazione del Corano in arabo. Mi fa piacere esercitarmi in arabo. Nel frattempo osservo il grande salone... Si suppone che, essendo una chiesa anglicana, ci siano dei simboli cristiani sparsi per il locale, qualche versetto affisso su una parete come spesso siamo abituati a trovare nelle chiese... ma nulla di tutto ciò. Le pareti sono tutte spoglie. Se qualcuno entrasse venendo da fuori e vi vedrebbe
gli oltre 250 seguaci di Maometto accovacciati secondo il rituale, potrebbe facilmente scambiare l'edificio per una comune moschea. L’islam  spersonalizza perfino un edificio caratteristico come una chiesa.

Alcuni ragazzi entrano accompagnati dai loro padri ma non si uniscono alla preghiera, preferiscono correre allegramente nell’ampio salone e giocare durante la recitazione del Corano. Il responsabile del servizio d’ordine interviene subito, obbligandoli almeno a sedersi e rimanere in silenzio. Tuttavia quelli poco dopo riprendono a giocare… Per poi essere nuovamente ripresi dai leader che li invitano con fermezza a sedersi.

Nel frattempo focalizzo la mia attenzione per ascoltare il corano recitato in lingua araba, anche se non riesco a restare concentrato a lungo. Sono seduto e prendo nota delle mie impressioni annotandole dal vivo.

Dalla recitazione del Corano recitato in Arabo, riesco a comprendere alcuni passi molto noti. Diverse volte viene ripetuta la brevissima sura di apertura, la prima sura del Corano. Tale sura è considerata dai musulmani la preghiera liturgica più frequente, come per i cattolici è frequente l’'Ave Maria' per i cattolici, per fare un paragone.

Il versetto che disprezza Cristiani e Giudei   La sura ‘aprente’(2), la prima sura del Corano, contiene una invocazione ed una preghiera. Questa preghiera è divisa in due parti: durante la prima parte si chiede ad Allah la guida per perseverare nella verità;  la seconda parte contiene invettive e disprezzi di Allah contro coloro che, diversamente, non seguono l'islam, ovvero cristiani e giudei. Si tratta dell'unica sura (capitolo) coranica che richiede ai fedeli di rispondere al termine con un “AMEN!”.

I versetti anti-cristianiL'altra sura (3) che viene recitata è la sura 4 verso 171. In questo brano si attacca apertamente la divinità di Cristo, che viene detroneggiato fino ad essere identificato come semplice uomo, ed attacca violentemente la dottrina sul Dio Uno e Trino.
All'udire queste sure avverto in me una sana indignazione. Questi musulmani sono consapevoli di utilizzare come ospiti lo spazio dei cristiani. Non devono spingersi fino a tanta incoerenza e arroganza. Decido di parlarne con Wahid.

Al termine della recitazione del Corano e della conclusione della riunione, mi si fa avanti un radicale musulmano pakistano dal fare minaccioso. E' disturbato, mi dice, dal fatto di avermi visto scrivere durante la funzione. Intuisco che fra poco mi chiederà cosa ho scritto...e mi avrebbe infastidito e richiamato l'attenzione di tutta la comunità islamica. Taglio subito corto, gli rispondo che se ha qualcosa di cui lamentarsi può andare dal mio amico afghano che mi ha invitato  come ospite in moschea. Come supponevo, quando sente che sono ‘ospite’ di un altro musulmano si calma e mi lascia in pace. Grazie a Dio!
Il radicalismo islamico, come tutte le dittature, si prefigge l'obiettivo di togliere la libertà di parola, di pensiero e di espressione. 

Duello verbale in macchina
Uscito dalla moschea, al termine della funzione durata un'ora, chiedo a Wahid di accompagnarmi alla più vicina fermata della metro. Giunti alla fermata, Wahid mi chiede compiaciuto se mi fosse piaciuta la liturgia e cosa ne pensassi del fatto che avevano pregato per un'ora. Gli faccio notare che, secondo il programma, non si trattava di un'ora preghiera ma principalmente della recitazione del Corano in arabo contro la fede cristiana. Gli chiedo: “Secondo te, quanti fra di voi hanno compreso il Corano in arabo, visto che non erano presenti fedeli arabi nel locale? E perché, se siete fra di voi a maggioranza pakistana e afghana, nessuno può recitare il Corano ad esempio in lingua Urdu o in Dari, anziché in Arabo, anche alla luce del fatto che, come tu stesso mi hai insegnato, non c’è amicizia fra voi e gli arabi? Tu certamente sai che, nel cristianesimo, noi cristiani possiamo leggere la Bibbia ciascuno nella propria lingua madre”.

Poi prendo coraggio e gli dico che non ho gradito affatto l’attitudine arrogante e blasfema assunta durante la recitazione del Corano in una chiesa, leggendo dal Corano affermazioni antibibliche spingendosi fino a maledire Ebrei e Cristiani, visto e considerato essere in qualità di ospiti di quella chiesa.                                                                  
Gli ribadisco il mio disdegno anche per la falsità e l'orgoglio dimostrati verso i cristiani della chiesa locale, i quali hanno  addirittura prestato la chiesa

Gli faccio notare che se i cristiani che hanno concesso loro l'uso dei locali della chiesa, facendolo in piena fiducia e buona fede, sapessero realmente come essi la pensano, forse non avrebbero più dato in prestito la propria struttura per pregare Allah.  Quelle cose che avete lette dal Corano in Arabo, sono per noi bestemmie. Potete pronunciarle nelle vostre case e non nelle chiese dove avete ricevuto accoglienza e rispetto. Riprendo la sua storiella del ‘peso dell’ atomo di orgoglio’ (1), che, come ha trasmesso il suo profeta Maometto, l'islam offrirebbe la soluzione per debellarlo - pena altrimenti l'ingresso all'inferno. 

“Caro Wahid, come puoi dirmi che l’islam vi offre un cammino verso l’annullamento dell’orgoglio? Quando agite in questo modo non vedi che gli sforzi  di buona volontà fatti fino a quel momento svaniscano e che dobbiate ricominciare da capo questo presunto cammino per spogliarvi da un'atomo di orgoglio? L’islam sostiene il vostro orgoglio, altro che reprimerlo! Non é così, Wahid??”
Wahid, guardandomi con caparbietà negli occhi come volesse proprio imprimerlo nella mia mente quel che mi dirà, mi dice: “Questo è l’islam… non  possiamo saltare certi versetti del Corano per piacere agli altri o per non offenderli”.
Gli ribadisco nuovamente: “Potete leggere tutto il Corano che volete in moschea, ma non in una chiesa ottenuta in prestito. Ciò che avete fatto altro non è che profanare un luogo di culto cristiano. Voi vi arrabbiereste per molto meno”.

Proprio poco prima, lo stesso Wahid mi ha ammesso che quei versetti della prima sura del Corano - benché non siano espliciti-  scagliano maledizioni rivolte a Ebrei e Cristiani. E così gli ripeto più incisivamente: “Avete maledetto la gente che vi ha prestato la chiesa, avete offeso il loro sentimento religioso e poi li ingannate affermando che tutte le religioni sono uguali. Questo non è ciò che insegna il Dio della Bibbia. Gesù disse anche: “Fate agli altri quello che vorreste sia fatto a voi”.

Wahid, fissandomi con uno sguardo allo stesso tempo risoluto ma comprensivo, mi risponde che questo loro modo di agire non è dettato dall’orgoglio, come io ho interpretato, ma è parte delle loro regole. Queste sue parole sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Io replico che, proprio perché sanno che devono attenersi alla recitazione intera del Corano in Arabo, non possono spingersi a chiedere di utilizzare una chiesa. E' un peccato di ipocrisia e mancanza di rispetto nei confronti dei loro “amici cristiani” ("guide di chiese" che non comprendendo l'Arabo né le intenzioni o tattiche islamiche).

Wahid riprende la parola: afferma che essi hanno il dovere di obbedire alla regola che Allah impone, perché - mi puntualizza – il Corano afferma che “davanti ad Allah non sarà accettata altra religione che l’islam” (3).  Avevo la risposta pronta:  “Stai affermando dal Corano che l’islam dovrebbe dominare? Se questo è quello che credete realmente, perché allora distribuite nel mondo slogan che rassicurano che l’islam è portatore di pace, che si tratta della stessa religione, e soprattutto che il Corano sancisce che non c’è costrizione nell'islam? Quindi dovete mentire, ricorrete ala strategia dell’inganno (4) come stabilisce il Corano di fare contro i non musulmani. vero, Wahid?”

Gli chiedo con una domanda retorica cosa dicono al prete o pastore di quella chiesa anglicana per riuscire a convincerlo a farsi prestare loro la chiesa...che magari l'islam è pace?...,che tutte le religioni sono uguali? Che abbiamo lo stesso dio..? o altre simili menzogne? “ Non vi approfittate forse del fatto che quei cristiani non conoscono né il vostro credo né che cosa leggete in Arabo dal Corano, come ad esempio avete letto che Gesù non è né Dio né il Figlio di Dio, né hanno il minimo sospetto che giungiate a maledirli nella loro chiesa? Non avete abusato della loro fiducia? Voi ferite le convinzioni religiose di coloro che vi cedono in prestito i propri locali però in Afghanistan incendiate chi fa un affermazione inesatta su Maometto. In tal modo li ingannate più volte”.

Wahid, sempre cercando di districarsi dalla trappola, afferma che anche all'interno della chiesa essi sono  moralmente obbligati ad obbedire e a recitare tutti i versetti anticristiani del Corano. Gli rispondo per l’ennesima volta che sapendo loro già in partenza che non avrebbero fatto altro che recitare dei versetti di maledizioni in una chiesa, non avrebbero nemmeno dovuto osare chiedere con tanta faccia tosta i locali di culto. Infine, e concludo, affermando con un'iperbole che, a prescindere dal Corano o da Maometto, se una persona senza credo religioso avesse visto o udito quanto accaduto quella sera in merito alla vostra slealtà, probabilmente sarebbe diventato ateo piuttosto che convertirsi all'islam.

Per farlo riflettere (magari fossi riuscito a farlo), ribadisco il mio punto di vista con un esempio che di solito tocca da vicino un musulmano.
“Se voi invitaste uno speaker cristiano in moschea per dargli uno spazio per esprimersi (anche se questo non lo fareste di certo!) ed egli iniziasse a dire con parole inequivocabili quel che realmente pensa di Maometto e del Corano, molto probabilmente egli non uscirebbe vivo dalla moschea, perché avrebbe ripagato in modo blasfemo la fiducia e l'ospitalità che gli avete offerto. Gli chiedo: “Wahid, sarebbe giusta o errata la condanna per il comportamento di un tal uomo?” Lui risponde annuendo con la testa. Quindi continuo: “Se io stesso, poco fa nella moschea, dopo la vostra preghiera, avessi iniziato a dire ad alcuni di voi quel che esattamente penso del ramadan dal punto di vista biblico, tu non avresti pensato che avrei tradito la tua fiducia?”
 Wahid, senza scomporsi di un millimetro, mi ribadisce il mantra secondo cui " l’islam è l’unica religione accettata da Allah."

Per finire il confronto, ricordando quanto mi aveva detto proprio tre ore prima a cena, a proposito del fatto che la religione dell’islam aiuta a spogliarsi del proprio orgoglio (1), ricorrendo al suo dire gli chiedo: “Vedo che con l’islam dovete fare ancora tanta strada, prima di non aver più addosso nemmeno il peso di milioni di atomi di orgoglio. Secondo quanto detto da Maometto, che parla del peso di un atomo,  mi dispiace, ma non avete alcuna speranza di andare in paradiso. Per quanto mi riguarda, noi preferiamo come modello la mitezza di Gesù Cristo”.

Dopo la concitata chiacchierata, che ciononostante si è svolta serenamente e nel rispetto reciproco, Wahid mi offre della letteratura islamica che aveva precedentemente preparato per me. Anch'io non mi sono presentato “a mani vuote” e ho portato con me un libro molto speciale, orientato a correggere alcune questioni dottrinali islamiche contro il cristianesimo, oltre ad un dvd di “Jesus” nella sua lingua, il dari (Afghanistan). Nel libro gli ho scritto una dedica e il mio indirizzo email. A lui ha fatto piacere ricevere i miei doni. Ci salutiamo rimanendo d’accordo che non appena sarei tornato a Londra avremmo ancora mangiato insieme. Lui, a modo suo, mi vuole bene. E anch'io gliene voglio.
Ho concluso il nostro incontro con le parole di Gesù, nella speranza che le Sue parole, non le mie, penetrassero nel cuore di Wahid: “ fate agli altri quel che vorreste sia fatto a voi."

Forse ogni sera, durante la recitazione del Corano in quella chiesa anglicana, Wahid si ricorderà del nostro confronto/scontro... preghiamo che il Signore possa fare uso della nostra conversazione per la conversione di Wahid.


CONCLUSIONE
Ad un estraneo senza convinzioni religiose questa storia potrebbe suonare come quei battibecchi fra squadre rivali di calcio, come il Brasile i la Spagna in gara per la conquista del titolo di campioni del mondo. Tuttavia, per i cristiani come per i musulmani, la questione è infinitamente più seria e grave. Entrambi i movimenti hanno ricevuto il mandato dal proprio fondatore di raggiungere il mondo intero con il messaggio predicato. Tra le maggiori religioni mondiali, queste due sono senza ombra di dubbio quelle che prevedono una missione da portare a compimento.

I musulmani profanano le nostre chiese evangeliche ed estendono il proprio dominio, pronunciano blasfemie coraniche leggendo versetti antitrinitari e sure che attaccano la deità di Cristo. Tutto ciò avviene nelle chiese dove chiedono di poter utilizzare gli spazi per la preghiera del ramadan, mentre invece offendono la fede e la religione dei cristiani.

La loro tattica di dissimulazione è permesso dal Corano (5)) ricorrendo  al reato di 'falso ideologico'  utilizzata contro coloro che non sono musulmani verso tutti i non musulmani del mondo che hanno prestato e continuano a prestare fede alla dichiarazione islamica che sostiene che il “vero islam” sia pace, che l'islam non abbia un atteggiamento tracotante, e che in fondo adoriamo tutti lo stesso Dio.

Inoltre, ciascuna delle parti è esclusivista quando si tratta di salvezza, in quanto insegna che solo il proprio messaggio determinerà il destino di un uomo in cielo o all'inferno. Si tratta di disegni di salvezza l'uno contrario all'altro, e pertanto credere in una delle due religioni significa necessariamente escludere l'altra.

Per questa ragione, islam e cristianesimo restano rivali in termini di obiettivi, in quanto le scelte hanno conseguenze eterne per entrambe. Ecco perché non c'è spazio per il compromesso quando si toccano argomenti tanto importanti.

Anziché rispondere con la paura e l'odio dovremmo rispondere, come abbiamo letto qui, in modo proattivo!

Per molti aspetti, il discreto successo che l'islam ha riscontrato tra di noi dovrebbe servire da rimprovero alla Chiesa di Gesù Cristo per la nostra poca testimonianza della grazia e della verità del nostro Signore.
In questi tempi di modernismo e, più recentemente, di postmodernismo, dobbiamo tornare alle origini del Vangelo per aiutare i musulmani ad aprire le proprie menti e i propri cuori alle sublimi eccellenze di Gesù Cristo.
Dobbiamo diventare ambasciatori attivi dell'amore di Cristo, perfino verso coloro che ci maledicono perché siamo cristiani, come questa storia ha, ancora una volta, dimostrato, però non essere ingenui a danno dell' eredità sacra lasciateci dalla Parola.

Dobbiamo inoltre fare la nostra parte quotidiana, studiando l'islam e ciò che esso professa. Ignorando la religione di Mohammad si corrono molti rischi, come l'apatia, l'incomprensione, l'ingenua accettazione da una parte o il rischio di sterile demonizzazione dall'altra.
Questi rischi aumentano man mano che i musulmani si mischiano e si confondono nell'odierna popolazione europea.


Francesco Maggio ( Promotore Dialogo cristiano con l’islam)
Testo tradotto in: Olandese, Finlandese, Tedesco e Inglese.
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Referenze:

1. Il Profeta disse: "Non entrerà in paradiso chi ha in cuore il peso di un atomo di arroganza" Un uomo allora disse "O Messaggero di Allah! Ad ognuno piace l'abito bello e la scarpa buona." Il Profeta gli rispose: "Allah è Bello ed ama la bellezza; ma l'arroganza respinge la verità e disprezza la gente." (Muslim n° 91)
3.   Sura 3:19;3:85
4.   Sure 8:30b; 3:54 (Allah è maakir; deriva da trucco, inganno, frode; to deceive, delude, cheat)